FIORE FANTACAMPIONE 2006-2007!!!
ROMA, CHE SFIZIO! FIERA DEI RIGORI BENTORNATO VIERI
Altro che festa scudetto: l'Inter si inchina ai giallorossi e perde
l'imbattibilità in un turno strano per mille motivi. Anche grazie agli arbitri,
che fischiano ben 9 penalty. Quattro doppiette, si sveglia Gilardino. E, dopo un
anno, si rivede "Bobo"
Che questa fosse una giornata strana si era
capito da tempo. Da quel tragico 2 febbraio che sconvolse una famiglia, una
città, l’intero calcio italiano. Un rinvio di due mesi e mezzo, per di più con
una gara già disputata e la necessità di estrarre dal cassetto formazioni
ingiallite, con giocatori squalificati, infortunati o tagliati da tempo. E altri
che allora funzionavano ma che adesso mai e poi mai avremmo schierato. Come se
quella formazione non l’avessimo fatta noi ma qualcun altro molto meno avveduto.
In questo gioco la fortuna conta, come nel calcio e nella vita, ma raramente
aveva inciso così tanto sulle sorti di un turno fantacalcistico. C’è chi
recrimina, ma anche chi ride sotto i baffi, perché magari quel giocatore che
potendo modificare la formazione non avrebbe utilizzato ha fatto i numeri e
quell’altro che avrebbe sicuramente messo ha giocato male. Non è stato bello,
nel complesso, ma purtroppo il fato ha voluto così. Non resta che sperare
vivamente che non succeda più. Anche per questo, che pure è l’ultimo dei
motivi.
Che fosse una giornata strana si era capito
anche dal giorno e dall’orario scelti per i recuperi: mercoledì alle 17.30, ma
quando mai? Come se si trattasse di una collocazione idonea a risolvere il
problema (ma sarà poi un problema per chi gestisce il carrozzone?) di chi in un
giorno feriale ha l’insana abitudine di lavorare, senza cozzare con i (presunti)
rischi per l’ordine pubblico legati alla programmazione in notturna. Una sola
cosa è certa. Nella patria del diritto, tutti hanno dei diritti. Tranne gli
abbonati alle squadre di calcio.
Che fosse una giornata strana lo hanno poi
sancito anche i protagonisti, in campo. L’Inter perde in un sol colpo
imbattibilità stagionale in campionato, possibilità di raggiungere i famosi 100
punti e pure la chance di conquistare in casa, nello scontro diretto con la
principale inseguitrice, il suo 15° scudetto. La sconfitta con la Roma, che
conferma da un lato gli scicchiolii della capolista già evidenziatisi con
Reggina e Palermo e dall’altro l’irresistibilità della banda
Spalletti quando manca la pressione del risultato, presenta un
solo risvolto “positivo”, se così lo vogliamo chiamare, per i nerazzurri. Un
pareggio avrebbe con ogni probabilità rimandato la festa solo di qualche giorno,
ma avrebbe costretto Zanetti e compagni a celebrare l’evento
nell’angusta cornice di Siena, privando di fatto gran parte del loro popolo
dell’opportunità di assistere dal vivo al grande momento. Così, invece, a meno
di una sconfitta dei giallorossi a Bergamo, l’apposizione dell’agognato sigillo
è rinviata al prossimo impegno casalingo dell’Inter, domenica 29 aprile contro
l’Empoli (a meno di nuovi scivoloni, s’intende). E allora forse,
paradossalmente, una volta svanita la vittoria per la squadra di
Mancini, Totti e Cassetti,
con quei due gol nel finale, hanno fatto un… “favore” a 70 mila
persone.
A far da corollario alla Grande Sorpresa ci
sono poi anche la vittoria del Parma sulla lanciatissima Fiorentina, che
rimescola le carte in zona retrocessione e complica il cammino Uefa dei viola, e
il secondo mezzo stop consecutivo della Lazio, che dopo Ascoli si incaglia anche
nel Chievo di Delneri e vede così svanire definitivamente il sogno di un
sorpasso sul filo di lana ai danni dei cugini, tornati a distanza di sicurezza
(11 punti).
Una giornata “strana”, per non dir di peggio,
anche per gli arbitri, che hanno reagito alla seconda ondata dello tsunami
Calciopoli fischiando anche i sospiri. Ben 9 i rigori assegnati, molti dei quali
frutto della loro fervida fantasia, col contorno di un paio di cartellini rossi
ridicoli (Bellini e Sammarco) e altri errori
madornali. Se aggiungiamo che questo turno era stato inaugurato, nell’infausta
serata del Cibali, dall’abbaglio di Farina sul gol decisivo di
Di Michele nel derby siciliano, c’è di che coprirsi gli
occhi.
Se ne facciamo una questione di semplici bonus
(prescindendo dai voti) il protagonista numero uno del mercoledì è stato
Alberto Gilardino. E’ sua, infatti, l’unica doppietta “piena”
della 22ª giornata, visto che Kakà, Amoruso e
Giuseppe Rossi, gli altri marcatori multipli di questo turno,
hanno realizzato dal dischetto uno dei loro gol. L’unica stecca, al festival del
penalty, è stata quella di Almiron. Che poi
Calderoni per poco non sia arrivato sul pallone prima di lui,
tanto è uscito dai pali, fa poca differenza.
Resta da dire del Milan, che ha probabilmente
chiuso ad Ascoli il discorso 4° posto, dell’Udinese, vittoriosa sulla Sampdoria
nello spareggio per iscriversi in extremis alla corsa Uefa sfruttando il passo
falso della Fiorentina, dell’infallibile Empoli (22 punti su 24 disponibili
nelle ultime 8 gare casalinghe, unica macchia il pari subìto al 95’ col Livorno)
e del disastrato Torino, tornato ad annaspare come nell’ultima fase del periodo
zaccheroniano. A giudicare dal momento di forma e soprattutto dal calendario (4
delle prime 5 in classifica ancora da affrontare) i principali candidati a
seguire le ormai condannate Messina e Ascoli in serie B, ora come ora, sembrano
proprio i granata.
Infine, tra tante cose strane, ha fatto un
certo effetto anche rivedere in campo, a distanza di un anno, “Bobone”
Vieri. Lo avevamo quasi dimenticato. E invece lui è ancora lì,
con la voglia di un bambino e la rabbia di chi sente di dover riscuotere un
credito con la sorte. Lasciato alle spalle l’infortunio al ginocchio, adesso non
gli resta che riprendere confidenza, smaltire qualche chiletto di troppo e
mettersi a pari per l’inizio della prossima stagione. La grinta c’è ancora, il
piedino anche, come testimonia quella girata di sinistro nel finale al
Castellani. Scommettiamo che alla prossima asta i crediti per lui fioccheranno
ancora?